Che cos’è il tirocinio?
Più che rientrare in una tipologia contrattuale, il tirocinio viene a configurarsi quale esperienza professionale che ha come principale intento la formazione di una risorsa in vista di un suo eventuale e futuro ingresso nel mondo del lavoro.
Il tirocinio: gli aspetti formativi
Esperienza professionale ma anche formativa, da un punto di vista:
- Tecnico-professionale – Grazie a un percorso di tirocinio, la risorsa ha la possibilità di acquisire un notevole bagaglio di competenze.
- Strumentale – Questi percorsi sono occasioni per imparare a conoscere strumenti, dispositivi o sistemi specifici.
- Organizzativo – Dover pianificare la propria giornata di lavoro fa sì che il tirocinante impari a gestire meglio il suo tempo, guadagnandone in termini di capacità e abilità organizzative.
- Comportamentale – Vivere l’azienda aiuta a maturare comportamenti e atteggiamenti in linea con le realtà professionali.
- Personale – Svolgere un tirocinio consente alla risorsa di crescere anche umanamente.
Il tirocinio: le tipologie
Una prima macro-distinzione è quella tra tirocinio curriculare e tirocinio extracurriculare:
Tirocinio curriculare
Questa tipologia di tirocinio si configura come percorso “formativo-professionale” da inserire e svolgersi all’interno del piano di studi universitario o di un altro istituto scolastico, finalizzato all’affinamento di conoscenze e competenze attraverso una vera e propria alternanza “scuola/lavoro”.
Tirocinio extra-curriculare
Per tirocinio extracurriculare intendiamo una misura che ha come obiettivo principale quello di accompagnare un giovane nelle proprie scelte professionali in un momento delicato come può essere la fase di transizione dal mondo scolastico a quello lavorativo-professionale.
Destinatari di questa misura sono:
- I lavoratori in stato di disoccupazione ai sensi dell’art. 19 del d.lgs. n. 150/2015 e s.m.i. e le persone prive di impiego;
- I lavoratori beneficiari di strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro;
- I lavoratori a rischio di disoccupazione;
- Le persone già occupate e che siano in cerca di altra occupazione;
- Le persone disabili di cui all’art. 1, co. 1, della l. n. 68/1999.
- Le persone svantaggiate ai sensi della l. n. 381/1991; i richiedenti protezione internazionale e titolari di status di rifugiato e di protezione sussidiaria ai sensi del d.p.r. n. 21/2015; le vittime di violenza e di grave sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali e soggetti titolari di permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari, ai sensi del d.lgs. n. 286/1998; vittime di tratta ai sensi del d.lgs. n. 24/2014.
Come attivare un tirocinio
Per attivare un tirocinio è necessaria la stipula di un accordo tra un ente promotore e un ente ospitante.
Stipulato l’accordo, è poi necessario che i due enti preparino un progetto formativo dove inserire tutte le informazioni utili per lo svolgimento dello stage.
Tra i possibili enti promotori ricordiamo:
- Le università;
- I centri per l'impiego;
- Le Agenzie Per il Lavoro (APL);
- I centri di formazione professionale;
- I consulenti del lavoro;
- Le cooperative sociali.
Ente ospitante, invece, è chi si occupa di formare in prima persona la risorsa.
Qual è la durata di un tirocinio?
Secondo le nuove linee guida in materia di tirocini, la durata massima di un tirocinio è di:
- 6 mesi per quanto riguarda i tirocini formativi, di orientamento, di inserimento e re-inserimento professionale;
- 12 mesi per quelli rivolti a persone in situazioni di svantaggio;
- 24 mesi per quanto riguarda i tirocini per disabili.
Il tirocinio: la retribuzione
Il tirocinio non prevede una retribuzione vera e propria. È prevista invece una indennità di partecipazione in favore del tirocinante, la cui entità varia da regione a regione. Per la Regione Lazio, ad esempio, questa indennità non può essere inferiore a 800€.
Diversa la questione per i tirocini attivati nell’ambito del programma regionale Garanzia Giovani.
In questo caso, l’indennità corrisposta è pari a 500€, di cui 200€ a carico dell’azienda e 300€ a carico della Regione. Per quanto riguarda i tirocini per disabili, l’intero valore dell’indennità è a carico della Regione.
Nell’ambito di Garanzia Giovani, la durata del tirocinio è di massimo 6 mesi, che diventano 12 in caso di soggetti svantaggiati, per un totale di massimo 140 ore mensili. Per aver diritto all’indennità, la risorsa dovrà essere presente per almeno il 70% del monte ore previsto.
Tirocini e stato di disoccupazione
Chi svolge un tirocinio mantiene il proprio stato di disoccupazione. Se, quindi, sul piano teorico per il tirocinante sarebbe possibile accedere o usufruire di un ammortizzatore sociale, come per esempio la NASpI, vale a dire l’indennità di disoccupazione mensile, in pratica no.
Infatti, indennità di partecipazione per lo svolgimento di un tirocinio e indennità di disoccupazione mensile non sono compatibili tra loro. O l’una o l’altra.
Nell’ambito del programma Garanzia Giovani, le cose stanno diversamente. In questo caso, “se l’importo dell’indennità di tirocinio è inferiore o uguale alla NASpI, l’indennità di tirocinio non viene pagata e viene erogata la NASPI; se l’importo dell’indennità di tirocinio è superiore all’importo dell’indennità della NASPI, l’Istituto eroga la differenza solo se superiore a 10 euro”.
La proroga di un tirocinio
Secondo la normativa regionale, il tirocinio prevede la possibilità di ricorrere all’istituto della proroga. In altre parole, è possibile per un tirocinante rinnovare o prorogare la sua esperienza all’interno dell’ente ospitante.
L’importante è che ci si attenga ai limiti di durata massima previsti per le diverse tipologie di tirocini.
Per maggiori informazioni:
LUCILLA CUOMO
Tel. 06 70702121
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